27 luglio 2014


Nella miriade di tweet che ricevo ne ho scovato uno che rimanda a un post abbondantemente datato pubblicato da Stile Naturale. Si parla dello yogurt fatto in casa a partire da semplici e reperibili ingredienti come latte, fermenti lattici vivi e starter (yogurt già pronto).
Le yaourt à la maison par La bouche pleine de Carotte
Si tratta in sostanza di unire gli ingredienti e lasciare che i fermenti lattici vivi agiscano agevolati dal calore di una coperta di lana e da un piccolo spiraglio d'aria.
Onestamente, dopo anni di esperienza nella preparazione dello yogurt in casa con la yogurtiera (questa è la mia), ho difficoltà a credere nella riuscita di queste due ricette, in cui non è citata né la quantità di latte da utilizzare, né la temperatura ambiente (idealmente costante) in cui far avvenire la fermentazione.
Se qualcuno si è già dato agli esperimenti e ne può confermare il successo, me lo faccia sapere così, quanto prima, lo seguo a ruota. Io intanto vi dico come lo faccio a casa mia:
- sclado 1 lt di latte fresco intero o parz. scremato fino a raggiungere un blando bollore;
- intanto aziono la yogurtiera con 7 vasetti vuoti e aperti, semplicemente inserendo lo spinotto alla corrente e lasciando il tappo chiuso;
- a bollore raggiunto tolgo il latte dal fuoco e lo faccio raffreddare fino a raggiungere i 35-37°C (se non avete un termometro da cucina usate uno degli strumenti più sofisticati donatici da mammà: il dito indice);
- mescolo il latte con un vasetto di yogurt bianco naturale (solitamente della stessa marca del latte) e verso il composto nei 7 vasetti di vetro precedentemente tolti dalla yogurtiera;
- riempiti i vasetti li inserisco scoperti nella yogurtiera e poi tappo quest'ultima
- dopo 5 ore e 15 minuti scollego la yogurtiera dalla corrente, prelevo i vasetti di yogurt belli caldi, li tappo con gli appositi coperchi e li ripongo in frigo per tutta la notte.

Prima di arrivare a questa "ricetta base" ho fatto mille tentativi, usando latte freddo o leggermente tiepido, lasciando i vasetti nella yogurtiera per 8 ore come indicato nelle istruzioni (risultato = ricotta in vasetto) poi 7, poi 6 ecc; ho provato anche a farne di fruttati ma con scarsissimi risultati (separazione del siero e dell'acqua della frutta dal resto dello yogurt che si era compattato sul fondo del vasetto...una schifezza pazzesca!)
Insomma sbizzarritevi e provate le varianti più curiose, anche salate!

Posted on domenica, luglio 27, 2014 by Unknown

No comments

Sabato di luglio piovoso e freddo. Nessun programma e zero voglia di uscire. Che si fa? Serata cinema! Un classico intramontabile delle notti in solitaria sempre troppo poco apprezzate. Un breve giro di ruota e tocca a Gravity, il blockbuster da 7 premi oscar firmato Cuaròn.


Avendo visto la serata degli Oscar 2014 in diretta, mi ero da tempo ripromessa di guardarlo, leggendo intanto le varie recensioni più o meno autorevoli online. Devo dire che sono rimasta piacevolmente stupita da due cose, la profonda suspance e l'interpretazione della Bullock. Ho un debole per quest'attrice, lo ammetto, ma non è certo immotivato. In questa pellicola è stata perfetta, è riuscita ad esprimere terrore e tristezza, paura e sconforto, rendendoli quasi palpabili. Un'interpretazione matura che le ha permesso di portare avanti, quasi da sola, tutti gli 80' di recitato, senza, tra l'altro, tradire lo spettatore suggerendo il finale.
La fotografia poi è eccellente e le inquadrature studiate nei minimi dettagli, dalle soggettive ai campi lunghi, hanno chiuso il cerchio. E pensare che le messa in scena è stata realizzata tutta in computer grafica!
I 7 anni di lavoro sono stati giustamente premiati con altrettante statuine d'oro, non c'è che dire.
Gli troviamo qualche pecca? Non ho gradito il dramma personale radicato nel passato che, come da copione, diventa il motore della ripresa psicologica del personaggio; avrei preferito si puntasse più sul fiero attaccamento alla vita e allo spirito di sopravvivenza.

I fotogrammi più belli:









Posted on domenica, luglio 27, 2014 by Unknown

No comments

26 luglio 2014


Da poche settimane seguo il corso "Fare cooperazione" organizzato dall'Ufficio istruzione della provincia di Gorizia nell'ambito del Progetto Stargate - orientamento formativo al lavoro autonomo e all'imprenditorialità.
Si tratta nello specifico di un corso di formazione sulle cooperative tenuto da alcuni esperti e dipendenti, appunto, di varie realtà attive del settore, come Irecoop, ITACA, AGCI ecc.
Durante l'ultimo incontro dedicato alle competenze si è parlato molto delle abilità di ognuno di noi, ovvero quelle doti che abbiamo naturalmente e che poi, chi più chi meno, sviluppiamo definendo le nostre potenzialità. 
Consci del fatto che non sempre sappiamo chi siamo e come appariamo, abbiamo provato a scovare le capacità che ci appartengono ma che non riconosciamo come tali, o meglio quelle competenze che, sempre in maniera diversa gli uni dagli altri, possediamo e applichiamo più o meno inconsciamente come reazione ad esigenze e bisogni che si manifestano nei vari contesti di cui siamo parte. Queste sono le competenze trasversali
Seguendo l'infallibile approccio "learn by doing", gli speaker del giorno ci hanno letteralmente catapultati nel mondo di The Village, un gioco da tavolo elaborato dalla Cooperativa Itaca e da Dof consulting, composto di 15 carte che raffigurano e descrivono 15 personaggi (ruoli nell'impresa) con specifiche caratteristiche e competenze trasversali. 
Il personaggio in cui più mi son rivista è quello dell'Eroe - Traditore. Altri compagni di corso, affascinati dalla carta quanto me, non hanno voluto esporsi e rischiare di vedere qualche dito puntato contro. Io, più temeraria e per niente intimidita da quel "traditore", l'ho scelta senza remore perché l'unica parolina che descriveva il ruolo, autoefficacia, mi descriveva pienamente. 
Al termine dell'attività ci siamo soffermati ad analizzare le singole figure e in molte ritrovavo una parte di me: l'intransigenza del legislatore, la curiosità del mercante e l'ossessione del fabbro, ma anche la cura dell'agricoltore e la prontezza del cacciatore. Su quest'ultima carta ci siamo dilungati parecchio e non per niente. E' un pò la rappresentazione del "cacciatore di taglie", il ricercatore di talenti se vogliamo; insomma è quella persona che non vorremmo mancasse nel nostro team perché capace di cogliere le opportunità anche nel disagio altrui, sfruttando un'importantissima abilità, l'ascolto. E' senza dubbio una capacità sottovalutata questa, anzi sottomessa alla più quotata oratoria. In merito suggerisco questo articolo e sfido a contraddirlo.
Come possiamo esercitare questa perduta buona abitudine? Qui c'è qualche buon consiglio a cui vorrei aggiungerne uno personale: se siete grandi osservatori, sforzatevi di non usare gli occhi. Mi spiego: guardate in faccia chi vi parla e non distogliete lo sguardo per inseguire i mille dettagli ambientali che catturano la vostra attenzione. State fermi e focalizzati sull'interlocutore e sull'oggetto di discussione evitando, se possibile, quelle microespressioni che, in caso di disaccordo, vi incastrerebbero. 
Io mi sto ancora esercitando ed assicuro che è molto più facile a dirsi che a farsi.

Posted on sabato, luglio 26, 2014 by Unknown

No comments

21 luglio 2014

Come tempo fa mi era presa la mania del lavoro a maglia, così ora è iniziata quella dell'uncinetto.
Per molto tempo la mia scusa preferita per giustificare la lacuna era: "Sono mancina e non conosco nessuno che possa insegnarmelo". Se, se...
Complici la lunga malattia e tonnellate di gomitoli che piagnucolavano "Ti prego, se non mi usi gettami o regalami, ma non farmi accumulare il 37esimo strato di polvere" ho deciso di impegnarmi.

 Mi sono così ciecamente affidata alla guida delle mille e più donne di mondo che hanno pubblicato valanghe di tutorial su youtube: dall'uncinetto per mancine, alle tecniche a vari punti, fino ai progetti più ambiziosi come le borsette fatte a mano.
Ho iniziato piano piano con le semplici catenelle. Oddio, semplici...sono ancora un pò ostiche, devo dir la verità.
Vabbé, prova che ti riprova, catena che ti incatena, tra una pausa e play, rewind e replay, alla fine ce l'ho fatta!
Nel giro di una settimana, signore e signori, ho prodotto la bellezza di un paio di orecchini, un anello, due collanine, un fermaglio per capelli e una borsetta.
Viva me! C'è poco altro da dire.
Chi è già un'esperta penserà "che novità?!" ma per le diversamente sarte, ricamatrici e/o merlettare come me (note anche come "totalmente inabili nel lavoro manuale") è una conquista da bacio in fronte, bollicine e sushi.
Inoltre, acquisita un pò di manualità, la cosa diventa anche rilassante!!!
Quindi, lettrici e, perché no, lettori, provateci! ma non demordete, altrimenti la terapia è inefficace: all'inizio le mani suderanno, il cotone o la lana che userete si annoderanno e vorrete usare l'uncinetto come arma contundente contro qualsiasi cosa o essere vi si pari davanti. No fear, tutto regolare. Continuate e le soddisfazioni non mancheranno.





Posted on lunedì, luglio 21, 2014 by Unknown

1 comment

11 luglio 2014

E' arrivata qualche giorno fa la risposta alla segnalazione per i problemi verificati durante il mio ricovero post operatorio all'ospedale di Gorizia.


 Ringrazio la dott.ssa Magrin per essersi occupata personalmente della vicenda, tuttavia non posso che fare le seguenti osservazioni: 

- il posizionamento dell'ago in zona cubitale non l'ho richiesto io. Data l'esperienza, medici e infermieri avrebbero dovuto intuire che il deflusso del farmaco avrebbe potuto risentire dei miei movimenti. Tengo poi a far presente che prima dell'intervento ho dichiarato di essere mancina, ciò nonostante l'ago è stato messo sul braccio sinistro. Preciso, inoltre, che proprio per la mia citata agofobia non passavo il tempo a sbracciarmi, cercavo anzi di tenere il braccio il più dritto possibile, per paura di sentire dolore o anche solo fastidio.
- Mi chiedo cosa intendessero i dipendenti quando alla responsabile hanno dichiarato di aver cercato di mantenere la via venosa libera a funzionante. In cosa secondo loro è consistito l'arduo tentativo? Nel dirmi: "tenga il braccio dritto" dopo due giorni che accusavo dolore?
- Il fatto che il cateterino non abbia causato flebite, ulcerazioni o altri danni è forse un'attenuante?
- Infine la chiusura della lettera mi lascia proprio basita. Più che curare l'aspetto psicologico, immagino della paziente, io, o quello comunicativo, e qui immagino del personale, sarebbe il caso di prestare molta, ma molta più attenzione all'operato degli infermieri, degli operatori socio sanitari, dei medici e degli interi reparti perché non è possibile che si sbaglino le cartelle cliniche - chi ha mai detto che sono allergica alla penicillina come invece era segnato nella mia cartella?- o che vengano aggrediti i pazienti se chiedono conferma delle somministrazioni previste da terapia - vedi venerdì mattina prima dell'ultima flebo - o che vengono ignorati quando accusano dolore. Oltre a quanto sopra mi chiedo se ai dipendenti coinvolti sia stato fatto un provvedimento disciplinare, se abbiano ricevuto un richiamo formale, una nota di demerito o qualsiasi cosa preveda il regolamento dell'ospedale per casi come questo. Non troverei assolutamente giusto che un simil superficiale operato, aggravato da maleducazione e scarsa sensibilità, passasse impunito.

Spero che anche a questa mia comunicazione segua risposta.

Posted on venerdì, luglio 11, 2014 by Unknown

No comments

4 luglio 2014

Approda al Castello di Gorizia la nuova edizione del Festival Vegetariano firmato Biolab. L'appuntamento annuale dedicato al vegetarian and vegan organic food è stato inaugurato questa mattina al Teatro Tenda, alla presenza del sindaco Ettore Romoli, del presidente della Provincia Enrico Gherghetta, e dell'ideatore della manifestazione, nonché fondatore di Biolab, Massimo Santinelli. Al loro fianco due ospiti d'eccezione, la vj speaker radiofonica Paola Maugeri e il pluripremiato regista di Zoran, il mio nipote scemo, Matteo Oleotto.

Presa la parola Romoli non ha esitato a esprimere ogni positivo pronostico sul festival, che a sua detta diventerà una delle più importanti manifestazioni goriziane "capace di attirare turisti, visitatori occasionali e soprattutto spettatori fidelizzati". Su quest'ultimo punto ha messo l'accento Santinelli, ricordando come negli anni, il sempre più crescente numero di partecipanti, siano essi curiosi, o esperti, piuttosto che giovani volontari, imprese del territorio e non, ha spronato lo staff a realizzare un'iniziativa unica, capace di unire cultura, intrattenimento e informazione. I 90 espositori e gli oltre 80 ospiti della tre giornate veg confermano l'impegno organizzativo posto, ancora una volta, a favore del territorio, sia sponsorizzando le imprese locali, sia favorendo finanziamenti di nuove realtà imprenditoriali bio-oriented.

Per sciogliere ogni dubbio
Il Festival ai piedi del Castello


Rispetto è il focus dello spettacolo veg; di sicuro è il mantra della madrina del Festival. Paola Maugeri, vegetariana da più di 30 anni e vegana da 16, per l'occasione ha lasciato i microfoni di Virgin Radio ed è venuta a spiegare il suo stile di vita, o meglio, le scelte che ha fatto e lo spirito con cui le ha portate avanti. Ha parlato di come i tempi siano cambiati in fretta, di come le cose si siano evolute da quando il vegetarianismo era per i quattro sfigati di cui parlava Gherghetta, o da quando il suo stesso agente le diceva: "non dire che sei vegana altrimenti qui non chiudiamo il contratto". La catanese cresciuta a carne in una famiglia tradizionalista, ha scelto sin da piccolissima di non nutrirsi di animali, "quegli stessi animali di cui a scuola mi insegnavano i versi, mi insegnavano ad amare e a cui mi affezionavo". Oggi, trentanni più tardi, festeggia il successo editoriale di Las Vegans, la guida di ricette vegane che in un certo senso premia l'ostinazione con cui ha portato avanti, senza vergogna, la sua prematura presa di coscienza. Sul palco  ha parlato del suo essere vegetariana e vegana, senza pregiudizi, senza ergersi a giudice dei cosiddetti carnivori, senza intentare opere di convincimento, ma con un solo monito: "ricordate che il rispetto per gli animali passa attraverso il rispetto per gli esseri umani".

Al termine dell'inaugurazione il sindaco ha consegnato al regista goriziano un riconoscimento con il sigillo del Comune. Oleotto, reduce dalla serata di gala del Cinéciak d'oro 2014, ha così aggiunto in meno di 24 ore altri due premi alla lunga lista di successi.

Il programma che da oggi a domenica 6 luglio intratterrà i visitatori in dibattiti, scambi di esperienze, workshop e studi di settore è estremamente vario e toccherà i tempi più svariati, tutti legati da un comune denominatore, non tanto il vegetarianismo, mal inteso come dieta, quanto la sana e pacifica convivenza tra uomini e animali in unico ambiente.




Posted on venerdì, luglio 04, 2014 by Unknown

No comments