Da poche settimane seguo il corso "Fare cooperazione" organizzato dall'Ufficio istruzione della provincia di Gorizia nell'ambito del Progetto Stargate - orientamento formativo al lavoro autonomo e all'imprenditorialità.
Si tratta nello specifico di un corso di formazione sulle cooperative tenuto da alcuni esperti e dipendenti, appunto, di varie realtà attive del settore, come Irecoop, ITACA, AGCI ecc.
Durante l'ultimo incontro dedicato alle competenze si è parlato molto delle abilità di ognuno di noi, ovvero quelle doti che abbiamo naturalmente e che poi, chi più chi meno, sviluppiamo definendo le nostre potenzialità. 
Consci del fatto che non sempre sappiamo chi siamo e come appariamo, abbiamo provato a scovare le capacità che ci appartengono ma che non riconosciamo come tali, o meglio quelle competenze che, sempre in maniera diversa gli uni dagli altri, possediamo e applichiamo più o meno inconsciamente come reazione ad esigenze e bisogni che si manifestano nei vari contesti di cui siamo parte. Queste sono le competenze trasversali
Seguendo l'infallibile approccio "learn by doing", gli speaker del giorno ci hanno letteralmente catapultati nel mondo di The Village, un gioco da tavolo elaborato dalla Cooperativa Itaca e da Dof consulting, composto di 15 carte che raffigurano e descrivono 15 personaggi (ruoli nell'impresa) con specifiche caratteristiche e competenze trasversali. 
Il personaggio in cui più mi son rivista è quello dell'Eroe - Traditore. Altri compagni di corso, affascinati dalla carta quanto me, non hanno voluto esporsi e rischiare di vedere qualche dito puntato contro. Io, più temeraria e per niente intimidita da quel "traditore", l'ho scelta senza remore perché l'unica parolina che descriveva il ruolo, autoefficacia, mi descriveva pienamente. 
Al termine dell'attività ci siamo soffermati ad analizzare le singole figure e in molte ritrovavo una parte di me: l'intransigenza del legislatore, la curiosità del mercante e l'ossessione del fabbro, ma anche la cura dell'agricoltore e la prontezza del cacciatore. Su quest'ultima carta ci siamo dilungati parecchio e non per niente. E' un pò la rappresentazione del "cacciatore di taglie", il ricercatore di talenti se vogliamo; insomma è quella persona che non vorremmo mancasse nel nostro team perché capace di cogliere le opportunità anche nel disagio altrui, sfruttando un'importantissima abilità, l'ascolto. E' senza dubbio una capacità sottovalutata questa, anzi sottomessa alla più quotata oratoria. In merito suggerisco questo articolo e sfido a contraddirlo.
Come possiamo esercitare questa perduta buona abitudine? Qui c'è qualche buon consiglio a cui vorrei aggiungerne uno personale: se siete grandi osservatori, sforzatevi di non usare gli occhi. Mi spiego: guardate in faccia chi vi parla e non distogliete lo sguardo per inseguire i mille dettagli ambientali che catturano la vostra attenzione. State fermi e focalizzati sull'interlocutore e sull'oggetto di discussione evitando, se possibile, quelle microespressioni che, in caso di disaccordo, vi incastrerebbero. 
Io mi sto ancora esercitando ed assicuro che è molto più facile a dirsi che a farsi.