Sì, lo so, è un regalo un pò particolare, non da tutti, più che sicuro, ma per me è il regalo perfetto.
Molti sanno della mia passione per il piccante. Uso il peperoncino ovunque, per lo più con il salato e a volte nei dolci, soprattutto quelli a base di cioccolato.
Ogni volta che mangio fuori, che sia un ristorante, una pizzeria o un pub, chiedo del peperoncino. Nal caso non ce l'abbiano ripiego sul tabasco, e proprio proprio in casi di crisi di astinenza da capsaicina mi arrendo al comune olio piccante. Inutile citare tutte le sonore delusioni del caso: polvere di peperoncino insapore, secca, e nessuno stimolo per i recettori VR1. Quanto al tabasco, beh, non è come il peperoncino, poco da dire....l'olio poi, tutto unto e niente sprint.
Forse stanco di sentirsi sempre chiedere "ma ce l'hai messo un pò di peperoncino?", il mio buon papi ha deciso di rivolgersi ad esperti del settore, noti tra i non-filo-piccanti come assassini delle papille gustative, e si è presentato con quel bellissimo cestino che vedete in alto. Sembra innocuo eh? Tutta apparenza. Una volta scartato ci si trova davanti a poco più di 50 grammi di polvere d'inferno! Muhahahaha.
Non potevo esimermi dalla prova esplosione, ovvio! Così, in barba al loco e al pubblico, ho dato una bella spolverata di buth jolokja sull'indice, e via che vado, slinguazzata.
Prima reazione: "uhm, sicuro che sia peperoncino questo?"
Seconda reazione - tempo trascorso 0,01 sec - "porca zozza, fammi fare un sorso di birraaaaa!"
Piccante. Su questo non ci piove! Bello da vedere. E anche qui tutti d'accordo. Sano? mah, c'è chi dice sì, c'è chi dice no. Buono? Sìììì, anzi, buonissimo!
Mentre Peperita.it è entrato di diritto tra i miei preferiti, la programmazione del viaggio di visita nell'azienda toscana produttrice è già in corso d'opera. Un'occasione unica per andare in avanscoperta di un'azienda a metodo biologico e biodinamico, da cui imparare e, perché no, trarre spunti e ispirazione.