27 aprile 2010

Dopo la cena sushi di mercoledì scorso con le ragazze del corso, anche la mia faccetta è finita su facebook.
Nonostante avessi esplicitamente chiesto di non pubblicare le foto dove comparivo o, in alternativa, di oscurarmi con un bel bollino, lilla se possibile, la mia faccetta è finita comunque sul libro delle facce.
Non essendo iscritta a questo fammosissssimo socialnetwork mi son fatta dare la pw dalla mia amica Elena (devo ancora spaccarle un rene perché non ha superato l'esame di inglese).
Entro e comincio a impicciarmi della vita degli altri...lalala, trikketrak, clikclokclak, e trovo facce a me non nuove: vecchi compagni di classe, amici e amiche persi di vista, pezzi di m...a con cui ho litigato, puttanelle che sono la vergogna del genere femminile e tante tante altre cose e persone.
Foto, commenti, gruppi, sottogruppi, amicizie ecc.
A me pare solo una vetrina. Non capisco perché alle persone piaccia mettere in piazza la propria vita, nel senso renderla pubblica ad uso e consumo di altri.
Certo, c'è chi condivide pubblicamente solo certe info, ma rimane presente in questa specie di supermarket, esposto sugli scaffali di corsie vuote, deserte.
E' così che vedo facebook, un mega centro commerciale, con tante faccine, fotine, e video, ma senza qualcosa di concreto: la pacca sulla spalla di un amico, le urla dei bimbi che giocano o rompono per aver un giocattolo o un dolcetto, vecchi vicini di casa che si riconoscono a malapena tra le rughe dei loro volti o anche il sano e giustificato ignorarsi.
No, su facebook non è così: si è amici di gente che non si conosce, di persone con cui non si hanno più rapporti di nessun tipo e per cui non si ha il ben che minimo interesse. Tutto però gira in funzione del numero di "amici" accumulati e del grado di popolarità che ognuno riesce a raggiungere.
Non mi piace e non mi interessa questo gioco sociale, ma non è colpa del sistema, quanto piuttosto del mio modo di essere. Sono io che non sono adatta e nessuno me ne voglia.
A me piaceva che le mie amiche mi scrivessero un sms per un caffè, uno spriz, una pizza; o che il mio unico amico mi chiamasse per andare a pranzo; mi piaceva quando le mie vecchie compagne di squadra mi cercavano per parlare o quando si organizzavano le cene di classe, tutti insieme.
Adesso invece, non mi scrivono, non mi chiamano e non mi cercano più, ma quando ci incontriamo cosa dicono? Perchè non ti metti su facebook così ci sentiamo più spesso?
Ma cazzo se sono su facebook ci possiamo sentire, altrimenti no?!
Non mi piace così, no no.
Sarà colpa mia, sarà colpa del sistema, sarà che la gente se ne sbatte delle amicizie vere, quelle che si costruiscono col tempo. Anni per conoscersi, imparare a capirsi e condividere qualcosa.
Adesso sembra contino solo le faccine, le fotine e i video. Ma a me non piace.
Forse un giorno qualcosa o qualcuno mi farà cambiare idea, ma intanto, credo proprio che rimarrò solo io con i miei fantasmi.

Posted on martedì, aprile 27, 2010 by Unknown

1 comment

19 aprile 2010

Stamattina sbirciavo il sito di facoltà sperando di trovare la data per la presentazione della domanda di laurea e ho visto in bacheca un singolare avviso del preside risalente al 15 aprile.
Riporto papale papale:

Oggetto: Stage presso Il Piccolo

Cari studenti dei corsi di laurea in Scienze della Comunicazione,
oltre a ricordare che oggi pomeriggio alle 18.00 si aprire la mostra di tutti i progetti creativi presentati nel contest “Dai-Avrai” conclusosi ieri mattina, segnalo con urgenza che il quotidiano “Il Piccolo” sollecita la segnalazione di ulteriori studenti per lo svolgimento di attività di tirocinio. Si tratta, ovviamente, di una importante opportunità, ma per fruirne occorre affrettarsi nel segnalare la propria candidatura. Vi chiedo pertanto di comunicare immediatamente il vostro eventuale interesse a riguardo scrivendo a: scforma@units.it oggetto della mail: stage presso Il Piccolo, precisando: nome e cognome,  corso di laurea, anno di corso.

                                                                                                                           Il vostro Preside


Ma quel poveretto o quella poveretta che risponderà all'appello del preside, avrà forse la stessa risposta che Il Piccolo ha dato a me quando "mi sono candidata" per il tirocinio?
Spero di no, perché allora sarebbero veramente le comiche.
L'altra estate, proprio in vista dello stage obbligatorio, il responsabile dei tirocini del mio corso, dott. Fontana, mi aveva informata della possibilità di farlo alla redazione de Il Piccolo.
Ovviamente interessata, mi son fatta dare numero di telefono, indirizzo mail, nome e cognome di chi dovevo interpellare, e per non sbagliate numero di scarpe, peso e altezza.
Fiduciosa come sempre chiamo al numero datomi ed evidentemente era l'ufficio A responsabile del passaggio chiamate all'ufficio B, che le passa a quello C, che le ripassa a quello D, F, G....X, Y, Z, e forse, poi, finalmente ti trovano il cristo con cui volevi parlare.
Questo è stato impossibile.
Chiamo e mi risponde una signora scortesissima (che strano)
Mi presento, spiego il motivo per cui chiamo e chiedo pertanto di parlare direttamente con il direttore.
La tipa non mi risponde; preoccupata che mi avesse buttato giù, in preda ad un attacco di panico per una richiesta così diretta e specifica, chiedo risposta, un feedback.
Boccheggia un attimo e poi: "Uhm, sì scusi...può ridirmi chi parla?"
Ok, confermato che era proprio scema, ho ripetuto tutto, ma come sospettavo non è servito.
La tipa sbiascica qualche parolina e poi "Aspetti che le do il numero dell'ufficio che forse può esserle utile". Appunto, come volevasi dimostrare.
Attendo e mi dice che me lo passa direttamente.
Altro ufficio, altra segretaria. Punti in comune? Cerebrolesione.
Quasi stizzita, questa tipa mi chiede da dove venisse fuori che Il Piccolo riprendeva stagisti universitari.
Io ovviamente previdente, avevo già chiesto al professore se, potendo fare il suo nome, avessi anche potuto dare il suo numero di telefono per risolvere equivoci come questi.
Nada, non voleva capire che l'accordo era tra direttore e Preside di facoltà.
Dopo essersi inventata che la cosa non poteva esser possibile (vai a sapere perché) e che anche se fosse stato possibile, comunque il direttore in quel momento non era presente, mi chiede nome, cognome e recapiti vari così da farmi avere news al più presto.
Voi l'avete sentita? Perché io no.
D'altronde si sa che al Piccolo o si entra per doti ben diverse da quelle professionali...o...si aspetta che qualcuna vada in maternità.
Al che, mio caro Preside, spero che non abbia cappellato anche sta volta!












Posted on lunedì, aprile 19, 2010 by Unknown

No comments

15 aprile 2010

Mentre proseguo la mia eterna dieta, visto che qualcuno continua a chiamarmi "Culacchiona", e lo fa imitando la vocetta fastidiosa di Eric Cartman, mi congratulo con me stessa per i progressi, seppur minimi, ottenuti dopo mesi di ginnastica, ma soprattutto dopo aver visto queste foto
Assicuro, e quel qualcuno potrà confermarlo, ce l'ho meglio io!
Povera Britney!

Posted on giovedì, aprile 15, 2010 by Unknown

No comments

Miglior scenografia, miglior fotograzia e miglior trucco. Ben tre oscar ha vinto Il labirinto del fauno realizzato nel 2006 da Guillermo Del Toro, definito da alcuni il Peter Jackson messicano.
La storia si sviluppa nella Spagna del 1944, terra tormentata dalla guerra civile che pare terminare con la vittoria di Francisco Franco. E' proprio nei pressi delle montagne a nord di Navarra, dove un gruppo di ribelli continua a lottare, che la piccola protagonista, Ofelia, si trasferisce con la madre incinta, per raggiungere il suo patrigno, un capitano dell'esercito fascista.
Tra la ferocia palpabile del capitano e i problemi di salute della madre per la gravidanza difficile, Ofelia riesce a trovare una via di scampo, un rifugio ideale nel quale poter dar vita a ciò in cui crede.
In questo la aiuta il fauno del labirinto nel bosco, Pan, scoperto per caso in una della tante passeggiate solitarie della piccola.
Sarà proprio sotto la guida di questa creatura inquietante che affronterà tre prove molto pericolose, ma necessarie alla sopravvivenza del regno magico di cui lei è la regnante.
L'ho visto ieri sera su rai4 e devo dir la verità, non mi ha entusiasmato particolarmente (forse perchè lo guardavo facendo i compiti per casa di matematica della laura) ma ammetto che certi punti sono molto toccanti, commuoventi.
L'unione di un evento storico reale e devastante come quello della guerra, a un percorso fantastico fatto di creature mostruose e orripilanti ha forse giocato proprio sugli eccessi.
Ho letto che il regista si è ispirato ai "dipinti neri" di Francisco Goya realizzati tra il 1820-1823, ed effettivamente il senso angosciante dei soggetti e delle tinte scure si ritrova precisamente nella pellicola.
Ecco, forse un pò sbilanciata la trama, questo forse sì.
Guardando recensioni su vari siti e da vari critici ho trovato qualcuno che l'ha addirittura preferito a Narnia. No, questo no. Il labirinto del fauno è sicuramente più impegnato, non per niente fa parte della trilogia di film  di Del Toro proprio sulla Spagna, ma Le Cronache di Narnia non son da paragonarsi.
Dai proverò a rivederlo, non si sà mai che mi ricreda.

Posted on giovedì, aprile 15, 2010 by Unknown

No comments

14 aprile 2010

Anche le rose non vanno più bene.
Piazzata a letto ho spulciato un pò il mondo e scorrendo il mouse ho beccato un articolo che pensavo fosse solo una presa per il c... e invece...
Se avete voglia di leggervi l'articolo ve l'ho linkato, potrete vedere anche un video penoso trasmesso da Antenna3, altrimenti vi riassumo il fatto.
Codogné, nel trevigiano, passato sotto giunta leghista, si è sentito pungere il deretano dalle spine delle rose rosse, quindi comuniste e probabilmente inneggianti l'odio e la violenza, piantate dalla precedente amministrazione di centrosinistra.
Secondo il sindaco la spesa annuale per la manutenzione sarebbe folle, così via tutto.
Certo che una scusa migliore del "se qualcuno ci cade si fa male" o "c'è rischio di infezione" potevano trovarla.
Spero solo che il mazzo di rose rosse, simbolo dell'amor e della passion, non tramonti per lasciar spazio a un bouquet di insalata, rucola e blede.

Posted on mercoledì, aprile 14, 2010 by Unknown

No comments

13 aprile 2010

Finalmente dato! L'esame che più temevo dopo Sociologia della comunicazione dell'odiatissimo Fileni, protagonista delle più spaventose leggende universitarie, è andato. Ed è andato anche bene, molto bene! Mentre attendevo di essere martoriata dalla tacita saccenza di quell'omino inquietante, non pensavo di sicuro quanto bene e di lusso potesse andarmi.
Il primo, l'apri pista impavido, Marco Fusaro. S'è beccato un'ora di domande con qualche minuto rubato da una bionda che entrava e usciva...e intanto noi a patire.
Il secondo, fastidiosamente invadente, sfacciato ma simpatico a modo suo. Alexander ha coraggiosamente rifiutato un rispettabile 25, buon pro gli faccia visto che era abbastanza preparato ma, a quanto pare, non sufficientemente logorroico.
Avanti un altro.
Tutto avrei pensato al di fuori che Marco2 ci mettesse così poco, venti minuti appena.
Non mi ha neanche dato il tempo di ripetere i riassunti dei riassunti delle dispense riassunte con gli appunti, che già toccava a me.
Qualche secondo di iperventilazione cercando di recuperare il libretto e tentando di scoprire domande e voto, ma poi son entrata.
Accogliente come non mai, Battisti aspettava dietro un'ordinata scrivania (te credo, non eravamo nel suo ufficio) con la testa appoggiata al palmo della mano destra; pacato, occhi stanchi, per nulla penetranti o almeno non come quando mi disse: "La prego, non lo faccia!"
Macchè state pensando?! Non l'ho minacciato né con armi né con foto compromettenti...stavo solo meditando sulla possibilità di fare qualche rito satanico.
Ebbene sì, 3 settimane o quasi, passate a scrivere fino alle 4:30 del mattino, a studiare per 10 ore di fila, a svegliarmi sudata per aver sognato lui, che come la regina di cuori di Alice nel paese delle meraviglie, ordinava di tagliarmi...il libretto, non son servite a nulla!
Dopo qualche parola sullo sviluppo, il sottosviluppo, le prime teorie sul moltiplicarsi della ricchezza, son seguite divagazioni tali, che mi è stato praticamente impossibile recuperare il filo logico dell'esame.
Come in Giappone gli imprenditori indebitati fino al collo vengono fatti sparire grazie a tacito accordo con la polizia; come sia utile la divisione dei beni nel matrimonio per non finire soli e poveri; come sia importante la famiglia, base della struttura sociale; come questa sia l'obiettivo ultimo degli attacchi infondati che la chiesa sta subendo (avrete capito che Battisti è un cesotto, di quelli che si pensavan scomparsi); come chi manovra il mondo per scardinarlo e ricostruirlo sia in realtà mosso da interessi oscuri.
Semo finidi a parlar proprio de satanismo.
Delle sue esperienze, della sua preghiera protettiva che gli ha permesso di non esser posseduto, dei pericoli di parlar di queste cose con le persone sbagliate ecc ecc ecc
Visto che mi stava intrippando con i suoi racconti ho detto: "Adesso che mi ha messo il tarlo, mi sa che ci proverò"- Mai l'avessi fatto.
Si è bloccato, ha alzato la testa di scatto e ha ripetuto lentamente, tre volte, con la voce profonda e roca che solo un fumatore da tre pacchetti l'ora può avere: "La prego, non lo faccia!"
Dopodichè ha preso il registro e ha cominciato a scrivere.
Maccomeeee!?
E tutto quello che avevo studiato e che volevo dire????
"No signorina, abbiamo parlato già abbastanza. E poi lei non è più carica come era prima..."
Mi stava facendo agitare!
"Le assicuro che sono gasatissima, andiamo pure avanti"
Silenzio
"...Direi un 29 va bene?"
Un secondo, giuro, per un secondo ho pensato "Iole, non è giusto questo voto, cazzius, non hai detto nulla. E l'orgoglio dove lo metti? La soddisfazione di mostrargli tutto il tuo sapere?"
Appunto...per un secondo. Poi ho accettato.
Uscita dall'ufficio non ci credevo. Mi sentivo in colpa. Era come se avessi sopportato un travaglio...per fare solo una scoreggina. Rendo l'idea?
Però è andata e son contenta, per me e anche per la Rudy.
Meno per la Elena, che se non passa inglese con minimo 30...le spacco un rene!
Comunque, adesso concentrazione massima per finire la tesi, e poi giù tutto per gli ultimi due esami.
Sperim ben!

Posted on martedì, aprile 13, 2010 by Unknown

1 comment