Contro ogni più rosea aspettativa la primavera di questo freddo 2013 non vuole arrivare. Tra pioggia, vento, grandine e neve, marzo se n'é andato senza un fiore e senza un raggio di sole.
A pasquetta, felicemente coincisa con il pesce d'aprile, sono riuscita a passare in apiario approfittando delle uniche due orette di tregua della settimana. La situazione non è delle migliori, anzi. Le famiglie precedentemente pompate con api-invert hanno dato qualche soddisfazione: api numerose e attive, si vedevano già pallottoline di polline fresco portate da qualche impavida bottinatrice e una discreta distribuzione di covata; le famiglie che invece avevamo alimentato con solo candito erano mal messe: poca covata e non uniforme, pochi elementi attivi vista la mancata rigenerazione dell'alveare, molto aggressive e poco operose. Abbiamo dovuto addirittura riunire due famiglie per evitare di perderle entrambe e, cosa molto strana, tutte e due avevano una regina a vista bella, sana e forte. Scelta quale delle due far soccombere, confesso di non aver avuto il coraggio di ucciderla. Il papi l'ha lanciata in qualche rovo, speriamo abbastanza lontano da non richiamare le sue fedeli.
Anche per questa visita abbiamo adottato la strategia uno visita - l'altro segna, per tenere aggiornato il file sulla situazione degli apiari e dei singoli alveari.
Tempo permettendo, che non è poco, torneremo questo fine settimana per scegliere definitivamente quali famiglie trasferire per il raccolto della marasca (perché prima o poi fiorirà, vero?!?). Ovviamente prediligeremo quelle più popolose e già uscite dall'invernamento, le stesse che lunedì abbiamo alimentato con un altro pacco di api-invert, ma non è detto al 100%. Come più volte ho potuto constatare, quando si ha a che fare con la natura e con esseri viventi non sempre tutto fila liscio e bisogna saper improvvisare per correre ai ripari.