Poche mattine fà ho visto su Canale 5 la pubblicità de I diari del Duce, editi Bompiani, che Libero pubblicherà a partire da questa settimana in allegato al quotidiano.
Al di là della falsità di questi cimeli storici, che a Belpietro e Feltri poco sembra importare, la cosa che mi ha lasciata perplessa è stata la presenza, voce e volto, dei due "giornalisti" in una pubblicità. A rigor deontologico, collegandosi alle esigenze di autonomia e credibilità del giornalista, esistono precise norme che pretendono il professionista estraneo da iniziative a carattere pubblicitario.
Considerato che i requisiti di credibilità e autonomia nei due personaggi su citati non sussistono allora il problema non si pone.
Questo caso viola le norme e le disposizioni presenti nella Carta dei doveri del giornalista (norme puramente etiche, non prevedendo sanzioni penali e civili ma solo disciplinari) che impediscono a quest'ultimo di fare da testimonial ad iniziative pubblicitarie a meno che non si tratti di pubblicità a scopi sociali, culturali, umanitari, religiosi e artistici.
Segnalo in merito il post di difesa dell'informazione dedicato alla deontologia del giornalista.