Wow! Finalmente tiro un sospiro di sollievo...per poco però!
Settimane faticose: formiche ancora in agguato, tesi da rifare, intervista per Il Tuono e due esami in preparazione, senza contare la presentazione del secondo blog, realizzato da me, Elena e Rudy per il corso di Maistrello.
Ma mica è finita?! Oggi che avrei voluto mettermi in sella e fare un giretto in bici per eliminare un pò di tossine e calorie accumulate, niente da fare. Piove, e anche forte!
Non rimane che fare le pulizie e rimettersi sui libri.
Prima però due parole sul mio ultimo sabato di maggio.
Ieri son andata a Padova a vedere la finale del campionato italiano di rugby. Squadre a contendersi il premio Benetton Treviso e Viadana. Veneto contro Lombardia.
Partenza da Gorizia ore 12:00 circa. Sole, caldo e tanto sonno (mi son svegliata alle 7 per cambiare introduzione e conclusioni della tesi così da mandarle al più presto al relatore).
Ore 13:30 arrivo a Padova, diluvio universale! Non so chi sia responsabile della manutenzione delle strade urbane, ma sarebbe auspicabile un controllino. Pozzi profondi 30 cm sicuri, a passarci con l'auto ci si fermava.
Nello sconforto di non poter ri-visitare la città parcheggio allo stadio Plebiscito e seguo l'esempio di due ragazzi. All'arrivo dell'autobus di linea sub urbana, tratta 16, salgo e via verso il centro.
Due passi sotto i portici, uno sguardo con tanto di bava sulle vetrine (abbigliamento e calzature da invidia rispetto a ciò che si trova a Trieste) e primo pit stop allo storico Caffè Pedrocchi.
Devo essere sincera: a me il lusso non ha mai fatto tanta gola, anzi, mi ha sempre messo molto a disagio. Entrando al Pedrocchi infatti è stata la prima sensazione, ma dopo una visitina al bagno per una pipì veloce ho pensato: "non è tutto oro quel che luccica!" Tralasciando la struttura non a norma quanto a misure, illuminazione e areazione dei locali igienici, senza contare che a questi si accede attraverso un'ala chiusa al pubblico per le infiltrazioni d'acqua dal soffitto, anche la pulizia lasciava a desiderare.
Salto al banco, aspetto di gustare l'omonima specialità del bar (caffè illy con una schiuma alla panna e menta e una spolverata di cacao e zucchero) e poi di nuovo sotto la pioggia. Corsa in Piazza delle Erbe e della Frutta, gelatone e di nuovo a prendere il bus per lo stadio.
Mostro i biglietti e in quanto non tifosa di una delle due quadre in particolare, mi mettono proprio in mezzo a dividere gli ultras.
Arrivano i tifosi, pochi rispetto ai fanatici del calcio, ma ben organizzati. I trevigiani in bianco-verde e i modenesi nero-gialli. Cori, bandiere e trombette ma nessuna forma d'astio, anzi. Bello il rugby!
Finalmente arrivano le squadre in campo, e dopo un breve riscaldamento spunta anche il sole.
Ore 18:05 tutti al centro campo per l'inno nazionale (purtroppo cantato da una lirica sconosciuta che a quanto pare non sapeva neanche le parole!).
Fischio d'inizio e via. Veramente impressionante vedere quelle montagne di carne umana saltarsi addosso e sfracellarsi a terra. Non penso mi farebbe piacere trovarmi lì in mezzo!!!
Non vi racconto tutta la partita, anche perché non ricordo azione per azione. Fatto sta che tra errori dell'arbitro e falli non da poco, vince il Treviso 16 a 12.
Modenesi dispiaciuti, certo, ma sempre pronti ad applaudire la squadra avversaria e vincente. Come nel calcio no?! Per averci giocato 9 anni, che io mi ricordi....sì, fin quando si era pulcini. Già negli esordienti la rivalità prendeva il sopravvento.
Comunque veramente un bello sport, peccato per me averlo scoperto così tardi.
Abbandono lo stadio e via verso Gorizia, pronta per un salto al Lokof di San Floriano. Quattro chiacchiere con gli amici, due sorsi di vino nostrano e un buon piatto di polenta e cinghiale.
Niente di meglio prima di una buona dormita.