L'annuale festival del folklore è tornato a rallegrare la grigia e spesso vuota Gorizia. Ammetto con poca vergogna di non aver mai partecipato all'evento che ha ormai raggiunto le oltre 40 edizioni.
Il programma della tre giorni è stato intenso: venerdì 29 agosto dedicato a concerti ed esibizioni, sabato 30 a convegni sulla salvaguardia delle tradizioni e l'importanza del patrimonio storico-culturale, domenica 31 (oggi) la grande parata di fine festival che ha attraversato Corso Italia, Corso Verdi e via Petrarca, fino a Piazza Battisti. 
In realtà non è stato un gran spettacolo: a parte un paio di momenti di rilievo avuti grazie al gruppo senegalese, a quello argentino e quello degli sbandieratori, tutto si è svolto in maniera abbastanza confusa e disordinata, colpa della scarsa organizzazione. Più volte lo staff ha interrotto le esibizioni in mezzo alla strada, coinvolgendo i personaggi in accese discussioni che hanno rovinato l'atmosfera e imbarazzato i presenti. 
Il pubblico non era particolarmente interessato o partecipativo, così come molti componenti dei gruppi in marcia, svogliati, stanchi, abituati a ripetere ogni anno la stessa parte con indosso i soliti abiti d'epoca (o pretesi tali) e le vecchie scarpe logorate dallo stesso asfalto.
C'è stato anche qualche piccolo incidente di percorso, tra tacchi rotti e bambini soccorsi in ambulanza; nulla ha impedito il preoseguire della festa, conclusa con il gran galà in Piazza Battisti. 
In fin dei conti una delusione, un dejù-vu anche per me che non l'avevo mai visto.