17 maggio, ore 22.06. Sono alla stazione di Mestre in attesa dell'ultimo treno regionale per Trieste previsto alle ore 23.12.
A quest'ora avrei dovuto già essere a casa, sotto le lenzuola con la pancia piena e la pelle profumata di vaniglia dopo una lunga, calda, rilassante doccia. Invece, causa maltempo, frane, interruzione della linea ferroviaria, ritardi accumulati e perdita della coincidenza da Bassano del Grappa, sono qui, al bar della stazione di Mestre, seduta a un tavolo davanti alla vetrina dei panini, con una coppia di piccioncini francesi e in sottofondo il continuo tintinnio delle tazzine e dei piattini da caffè serviti da uno stanco ma gentile barista.
Tutt'intorno un via vai di persone, lingue, valige; razze e culture si destreggiano in questi pochi metri quadri alla ricerca di un break o di una toilette, accessibile quest'ultima alla modica cifra di 80 centesimi, rimborsati però in caso di un acquisto la bar. Sempre meglio farla qui che ai servizi della stazione, dove l'ingresso costa 1 euro e non può essere ammortizzato in alcun modo.
Ma partiamo dall'inizio, come mai mi trovo a Mestre? La triste e grigia ferrovia del lido mi ospita di ritorno da Trento dove ero a seguire il corso psico-pedagogico obbligatorio per tutti gli assegnatari della Borsa di studio del programma LLP Leonardo da Vinci.
Ebbene sì, la seconda volta è andata bene. Per la serie "mai molar", dopo la deludente esclusione dello scorso gennaio 2013, ho ritentato con il secondo bando dello stesso progetto Teen III, portato avanti dall'Università di Trento e dalle Università convenzionate, quali Verona, Bolzano e Potenza. É andata meglio, non come speravo, ma comunque bene...diciamo che dirotto da Bruxelles a Bonn, non troppi chilometri di distanza alla fine, ma un abisso linguistico di non poco conto! Il tedesco non lo pratico da ben 10 anni e anche quando lo studiavo alle medie avevo diverse difficoltà. Per fortuna la lingua di lavoro sarà l'inglese, parlato da un ensemble (giusto per non dimenticare il francese) di baldi giovani tra i 25 e i 30 anni, borsisti o meno, provenienti da tutta Europa o quasi.
Per 26 settimane farò parte del Communications team della segreteria mondiale dell'ICLEI, organizzazione internazionale che opera e unisce enti locali nell'impegno verso uno sviluppo sostenibile.
Di preciso ancora non so cosa andrò a fare, né se il mio profilo e le mie competenze saranno sufficienti a portare a termine le mansioni che mi verranno affidate, di certo però quest'opportunità arricchirà -per quantità e qualità- il mio curriculum, mi permetterà di migliorare le conoscenze linguistiche e forse farà aprire qualche porta (o portone) in contesti lavorativi e paesi che mai, o difficilmente, avrei preso in considerazione.
Se questi sono i lati positivi della nuova avventura che mi aspetta, ci sono anche quelli negativi, mi riferisco alle amatissime apine. Purtroppo non potrò seguirle quest'estate e men che meno potrò proseguire la produzione di pappa reale e di api regine. Le lascio in ottime mani, non ho dubbi, ma mi mancheranno molto, moltissimo.