Questo inizio di marzo è stato impegnativo.
Ho partecipato al workshop ReHub Trieste da martedì 6 a sabato 10 curandone il blog; ogni giorno sveglia alle 6:00, treno alle 7:30, arrivo in sede alle 9:00, treno del ritorno alle 20:42, arrivo a casa alle 21:45, nanne alle 23:30 se andava bene e così per 4 giorni. Che fatica.
E' stata un'esperienza particolare perché, prima di tutto, mi ha permesso di rientrare in contatto con il ramo di studi che avevo abbandonato da tempo, e poi perché ho potuto farlo nella mia veste attuale, quella di blogger, aspirante scrittrice e forse giornalista.
Ero scettica all'inizio, non capivo bene come inquadrarmi, come dirigere autonomamente il mio lavoro, che linea seguire, ma alla fine tutto è venuto da sé, e anche se per gli internauti che ci capitano per caso quel blog non vuol dire nulla, per me invece è una vera e propria creazione, perché io l'ho inventato, l'ho costruito in 5 giorni, da sola, senza un progetto. Ho fatto tutto di getto, mi pareva di vomitare parole e immagini, e mi piaceva.
Attorno a me una quarantina di progettisti, per lo più designer. Quando li sentivo parlare mi veniva da ridere. Ricordo che all'ITG che ho frequentato si parlava di laterizi forati, di pannelli coibenti, malta, intercapedini, piani rialzati, qui invece era tutto più concettuale quasi filosofico.
La frase più gettonata almeno per i primi due giorni è stata : "Open space stile casa giapponese", e poi a scorrere tutta una serie di frasi che, decontestualizzate, non avevano senso: "Ci siamo incastrati sulla cerniera di una porta", "Perché non usiamo delle tapparelle rubate da qualche parte", "Lì facciamo la zona verde tappezzata".
Come ha detto uno dei tutor: "Con i designer è tutto un altro mondo!" e io concordo.
La serata conclusiva si è tenuta sabato 10 e premetto che la mattina sono andata alla terza lezione del corso d'api, quindi alle 15 ero già bella cotta.
Apro una parentesi:considerati gli impegni che di giorno in giorno si accumulano, sono costretta, con rammarico, a rimandare l'apiproject di cui avevo parlato qualche post fa. Non so ancora bene come e quando, ma di sicuro mi riattiverò. Chiusa parentesi.
La sede dei lavori, Casa Mayer, in via cavana 14 già alle ore 20 era gremita di gente, ottima occasione per sgattaiolare quasi inosservata.

In programma per il prossimo lunedì, invece, c'è Verona-parte seconda. Finalmente è arrivato il transcript of records da Nantes quindi mi tocca tornare all'Ufficio Relazioni Internazionali a consegnarne una copia, portando l'altra alla prof.ssa Napolitano che dovrà riconoscere gli esami sostenuti.
Ma quanti giri mi toccherà fare ancora?
Eh, tanti. Aggiunta alla lista la deviazione verso l'ufficio diritto allo studio che mi ha fatto attendere un anno e mezzo per avere il premio di laurea, pari a 500euro, non solo, il bonifico è stato effettuato il 23 febbraio scorso, eppure nella scheda pagamenti del mio dossier risultava pervenuto già il 14 ottobre. Ahahahaha come no?!
Altra tappa dovrò farla all'ufficio stage e di questo ringrazio il mio tutor accademico. Il docente è un secondo lavoro, meno importante, come l'entrata di poche centinaia di euro che serve per arrotondare. Ecco perché sono gli studenti che devono adeguarsi, soprattutto i fuori sede, che vengono da n. km di distanza e devono fare n. ore di treno. E se ci si azzarda a chiedere di accelerare la tempistica ci si sente dire: "Devi laurearti a breve tu che hai tutta sta fretta?". MVAFCBS troppo esplicito?
Ci sarebbe ancora una cosetta che dovrei fare ma sono scaramantica, perciò non accenno nulla.
Anzi, altre due, tre. Uhm, non posso dire ancora nulla, ma credo ne vedrò delle belle. Almeno lo spero!