Secoli, anni, mesi passati a disquisire sulla condizione della donna e della sua strumentalizzazione, dell'ossessione per il suo possesso, per il suo essere oggetto e per le sue rivendicazioni, campagne di sensibilizzazione e denuncia. Temi contemporanei riproposti da singole, come la Zanardo con il video Il corpo delle donne, poi da gruppi, quelli riuniti in piazza che il 13 febbraio urlavano "se non ora quando".
Riavere la dignità è il fulcro; a Trieste il cartello di una delle tante donne in piazza Unità diceva "non siamo tazze di caffèllatte dove bagnare il biscotto" (in dialetto è molto più volgare) il che la dice lunga sull'attuale definizione di donna.
La compromissione della stima del gentil sesso non è un crimine esclusivamente maschile, grande responsabilità va imputata a quelle figurine ipertrofiche che se oggi siedono in Parlamento è perché ieri si son sedute sulle ginocchia del Presidente del Consiglio e non solo, e i media sono complici. Si sa, campano di news, disastri e scoop: fa notizia l'evento, fa notizia l'amplificazione della notizia, fa notizia la critica di tale strumentalizzazione, se le notizie non esistono sono comunque notizie, se vengono inventate è lo stesso e...i media cascano sempre in piedi. Eppure è proprio contro questa sorta di immortalità, contro la falsità del sistema mediatico, che è stato recentemente realizzato il video Il corpo delle donne 2.
Per quanto mi riguarda credo che per riavere qualcosa bisogna averla prima posseduta, e in più trovo il tema di questi giorni un semplice escamotage atto a riempire palinsesti e bocche di presentatori ormai ammuffiti (vedi Sposini e Mara Venier in La Vita in Diretta), ma ciò che più mi lascia perplessa è l'impegno.
Non so se credere sul serio all'impegno che tutte le persone dimostrano; è sincero?
Mi fa specie perché c'è una costante contraddizione: qualche donna va in piazza con un fiocco rosa, altre con uno rosso e altre ancora con qualche mimosa in testa, altrettante donne, invece, rimangono griffate nei Consigli che le hanno ammesse e dicono: "Donne sfruttate la vostra bellezza". Affermazione condivisibile se detta in un contesto diverso da quello in cui l'Italia si trova.
Un invito del genere rivolto da una persona del genere, Nicole Minetti, adesso e nel nostro paese, non viene interpretato come invece dovrebbe. Semplificato al massimo suonerebbe come: donne, per i vostri obiettivi tutto è lecito, anche prostituirvi; letto come l'Italia di oggi impone di leggerlo, invece risulta: anche le donne possono realizzare i propri sogni, e se madre natura le ha fatte belle perché non farne un vantaggio?
Nulla per cui scandalizzarsi, cosa che da noi non è più di moda, eppure dovrebbe far riflettere: Consigliere regionale della Lombardia, igienista dentale del Presidente del Consiglio, implicata nello scandalo Ruby.
Il punto è sempre quello, chi vuole capire capisce, gli altri...
E' quasi commuovente che anche Napolitano, con tutti i grattacapi che ha per la testa, pronunci un discorso  sulla depravante condizione, riduttiva e mercificata che c'è della donna, nell'Italia arretrata e consumata.
Altri buoni propositi che rimangono tali. E non è così per dire. Un esempio che posso fornire è quello della piccola realtà universitaria veronese in cui diverse voci di corridoio riportano che un docente, F.M. dotato di particolari vocazioni, in sede d'esame si sia permesso di dire a una studentessa: "Per essere una donna è abbastanza intelligente".
Per mia sfortuna ho avuto a che fare con il soggetto, in un brevissimo colloquio in cui non si è rivolto a me nei medesimi termini, diciamo che si è permesso certe allusioni quanto i miei successi universitari: "Evidentemente i suoi esami sono troppo facili".
Ed è un discorso del Presidente della Repubblica che dovrebbe fare la differenza in una nazione che ha docenti, ma prima di tutto uomini, che pensano queste cose? Me par una ciolta per cul, una delle tante.