Mercoledì 4 novembre, ore 8:03
Stazione di Monfalcone gremita di gente, i soliti alla fin fine, che rincoglioniti come ogni mattina aspettano il treno, il solito minuetto con forse 100 posti in tutto, così metà dei passeggeri rimane in piedi e la metà di questi sta appollaiata al mastodontico cesso di forma circolare che occupa mezzo treno.
Si sale, chi è fortunato accaparra qualche posticino non ancora occupato da chi è salito tra Trieste e Mandamento, qualche altro si contende i seggiolini proprio di fronte alle porte e via, si parte.
Ormai ogni passeggero ha regolato il proprio orologio interno in modo da addormentarsi appena salito e svegliarsi 5 minuti prima della propria fermata.
Così, quando i freni del minuetto cominciano a stridere come cuccioli di mandragola (vedi Harry Potter e la camera dei segreti) chi deve scendere lo sa. Si riveste, si accinge all'uscita, preme il tasto luminoso per far aprire le porte e...panico!
"Ma dove siamo?" chiede una signora particolarmente stizzita che si domanda se sia una candid camera o se si è completamente rincretinita.
"A Redipuglia signora, oggi è il 4 novembre" risponde cortesemente il capo treno.
- Giusto per la cronaca: quel giorno la biglietteria di Monfalcone erà affollata, 20 persone in fila all'unico sportello aperto dei tre che ci sono, biglietterie automatiche rotte, tutte e tre, non funzionava neanche l'orologio. Il treno sta per arrivare e ho troppi cristiani prima di me, così decido di fare il biglietto a bordo spiegando la situazione al capo treno. Sarà che ero particolarmente carina, sarà che il dipendente delle ferrovie era fuori come una grondaia...non mi ha fatto fare il biglietto. Ho insistito anche un pò imbarazzata, ma lui ha strizzato l'occhiolino dicendo: "Tranquilla, lo farai poi a Gorizia"...Ma io devo scendere a Gorizia...! Vabbè, non ho insistito-
Tornando alla signora, dopo la risposta der bijettaro, si guarda attorno perplessa per cercare di capire che cavolo centra il 4 novembre con la fermata in più.
Un signore di taaaaaaaaaaaanti più anni di lei la guarda e le fa: "Signora, oggi xe la festa al Santuario, che l'esercito italian fa per la fine della Prima guerra. Anca mi vado dopo, ma xe mio fio che vien a ciorme a Gorizia, che el abita li, così poi 'ndemo insieme."
La signora non ne viene fuori. Fa finta di aver capito, gira sui tacchi e torna al suo angolo.
Una fermata in più quando meno te l'aspetti e devi riordinare tutta l'agenda.
Chissà se quella signora si è ripresa?!?