Di questo quadro tragico fa parte una società terrorizzata che rinnega le missioni Apollo etichettandole come strategica propaganda per distruggere il nemico (i russi) e che ripiega ogni elemento sull'agricoltura, andando così a scapito di ogni possibile avanzamento nel campo della ricerca fisica, spaziale o ingegneristica.
La soluzione esiste ma rimane una teoria nelle menti di brillanti scienziati della NASA che in incognito, in questi anni di negazionismo, hanno continuato a lavorare in laboratori sotterranei nascosti a pochi km di distanza dalla casa dell'ex pilota Cooper. Saranno lui e, inaspettatamente, sua figlia a salvare l'umanità da una fine certa.
Non è un film di fantascienza qualunque questo dei fratelli Nolan. Sì perché oltre alla relatvità del tempo, alle realtà pentadimensionali e alle equazioni di meccanica quantistica viene introdotta un'interessante variabile dal possibile valore scientificamente quantificabile: l'amore.
Il tutto è costruito in maniera abbastanza classica per il genere di film:
Una congettura originale, come originali sono alcune visioni spaziali, o anche la ricostruzione della stanza della piccola Murph in un unica dimensione in cui convergono varie porte temporali, che lo stesso Cooper utilizzerà come ponte di comunicazione.
La musica è ricca di pathos e i continui flash di luce e buio, che fanno solo intravedere Cooper mentre attraversa la galassia in cerca di un segno di quanto capiterà, danno un senso di suspance che purtroppo nel resto della visione manca.
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