8,8 secondi. Questo è il tempo che, secondo uno studio del National Citizen Service (il programma britannico che offre ai giovani formazione e lavori di volontariato), viene impiegato dagli esaminatori per valutare un curriculum vitae.
La notizia rimbalzata dal Regno Unito alla 27esimaora.corriere.it è piuttosto deprimente e non voglio dilungarmi spiegando i motivi che immagino in molti deducano. Voglio però sfruttare la notizia per riportare i risultati di un esperimento che ho iniziato qualche mese fa, proprio con l'obiettivo di capire se e come vengano letti i curriculum inviati in risposta agli annunci di lavoro pubblicati online.

Che il tempo dedicato alla visione dei CV fosse infinitamente poco si sapeva. Forse però, non così poco. Ricordo infatti che all'ultimo Career day organizzato dall'Ufficio Job Guidance dell'Ateneo di Trento per i partecipanti al Lifelong learning programme 2013, si parlava di un minuto scarso, forse mezzo. Una manciata di secondi come unica chance per lasciare il segno. Arduo in effetti; ancor di più se la carta da giocare è quell'unica facciatina di foglio A4 ammessa, purché non sia in formato europeo! Deve avere poco testo, una foto personale (e anche qui i pareri degli esperti recruiter sono contrastanti) ma né troppo informale né in stile fototessera. Il CV deve essere accattivante, con un layout originale, colori discreti ma d'impatto, e con un font professionale.


Wow. Quante pretese per un'unica cartella word, non trovate? Eppure è così che le sorti di giovani laureati poliglotti con almeno un'esperienza di studio e/o lavoro all'estero vengono determinate, con un'occhiata di neanche 10 secondi su un A4. Se piace bene, altrimenti...

Confrontandomi con altri giovani italiani in cerca d'occupazione, precari e non, ho cercato di capire se anche per loro tutto fosse riconducibile all'appeal del résumé e di conseguenza al tempo di lettura. Queste le tre opinioni più condivise:
1. “I CV non vengono letti”
2. “Sanno già a chi dare quel posto”
3. “Pescano i CV a random”

Da qui è partito il mio esperimento. Non avevo assolutamente modo di confermare le ipotesi dei miei intervistati, perciò ho provato a smentirle. Riprendendo tutti i criteri di cui sopra, ho cercato di creare il curriculum perfetto, traendo spunto da social come Pinterest e Tumblr o dai servizi web per l'upload e la condivisione di presentazioni e portfoli come Slideshare e ISSUU, e anche sbirciando i siti di professionisti nell'ambito della comunicazione visiva come grafici, fotografi, designer e architetti. L'ho costruito basandomi su un target ideale individuato tra il marasma di posizioni aperte rintracciabili in rete: agenzie di comunicazione, redazioni locali, agenzie pubblicitarie e di organizzazione eventi, associazioni culturali poliedriche, uffici di marketing e comunicazione di aziende private operanti in settori per mia competenza interessanti. E ho quasi stolkerato i responsabili risorse umane di molte NGO attive in Italia e Europa, contattandoli via mail e connettendomi alle loro reti.


Partorita la creatura, ho deciso di inserirvi un errore, in modo da provocare la reazione delusa del selezionatore inizialmente catturato dal mio impeccabile biglietto da visita.


Ho portato avanti l'esperimento per tre mesi, da ottobre a dicembre 2014.
Ad oggi, solo 2 delle 23 candidature inoltrate hanno avuto risposta ed entrambe sono state negative. C'è di più: K.C., project manager di un'agenzia di marketing e comunicazione che opera nel settore della ristorazione, ha così risposto alla mia application:
“Thank you for showing interest in …........! As you know, recruitment is mostly about first impressions. I would like to give you a hint that may help you in the future job search - are you sure html6 exists? :)”

La reazione e il risultato che speravo. Ho ricontattato il gentilissimo K.C. per illustrargli l'esperimento e sono contenta si sia dimostrato particolarmente entusiasta e curioso dell'esito. La sua dritta è servita più che altro a confermare l'importanza della prima impressione, quella del pezzo di carta a cui chiediamo più di quanto dovremmo.


A pensarci bene però, tra leggere, scovare l'inganno e scrivermi una mail K.C. avrà impiegato ben più di 8,8 secondi, che dite?

Quanto alle altre 21 candidature, come mai non hanno ricevuto alcun riscontro? Mi vengono in mente quattro possibili motivi:
1. “I CV non vengono letti”
2. “Sapevano già a chi dare quel posto”
3. “Il mio CV non era tra quelli pescati”
4. “Hanno trovato l'errore”