Appena oggi riesco a disporre per qualche minuto della connessione internet. Purtroppo chi mi ospita non ha il wifi e quindi ci alterniamo col cavo...grande grande grande delusione!
Visto che contavo di non riuscire a ricordarmi ogni cosa a memoria di questi giorni passati tra lo sconforto e la curiosità, questo post riassume più o meno a grandi linee quello che è successo.

27 maggio 2013, sono le 12.28 e sono in viaggio da già sei ore e mezza. Non ho segnale sul telefono e ovviamente il treno non è dotato di wifi. Purtroppo la cosa mi sta stressando notevolmente, senza contare che ho appena scoperto di non aver nel pc neanche un film, telefilm o un video insomma qualcosa con cui ingannare il tempo, niente di impegnativo però visto che la tristezza per la lontananza da casa compromette i miei processi cognitivi.
Programma di riserva: ascolto Vinicio Capossela mentre scrivo queste quattro righe da pubblicare il prima possibile sul blog, che sarà per la seconda volta dalla sua nascita il diario di un'esperienza estera. Come andrà è presto dirlo, al momento sono solo preoccupata del come affrontare quest'immensa tristezza. Sono sicura che appena avrò modo di contattare casa mi sentirò molto meglio, ma fino ad allora non vedrò luce in fondo al tunnel!
Punto della situazione: arriverò a Bonn alle 19.20, dopo circa 20 minuti prenderò l'autobus per Pützchen Kloster, ultima fermata prima di raggiungere la generosa collega che si è offerta di ospitarmi per i primi due mesi di permanenza in città. Spero che sia simpatica tanto quanto si deduce dalle mail che mi ha scritto, piene di emoticon e di battute autoironiche. Lo scoprirò tra qualche ora.
Dai finestrini del treno vedo campi, case di montagna, ancora campi e colline, ma soprattutto pioggia, tanta pioggia e tanto vento. Sono passata dal paesaggio ancora innevato di Tarvisio al clima più temperato di Villach, dove i raggi di sole sulla banchina n.4 rendevano sopportabile l'attesa del treno, da pochi km in poi il disastro più totale, acqua e vento, cielo grigio e gente con i cappotti. Sembra pieno autunno, anzi inizio inverno. Alla carrozza 266 siamo in parecchi, tutti larghi e distratti con i loro passatempo, nessun preoccupato per la situazione metereologica. Al posto 106, io, con gli occhi gonfi, continuo a scrivere e a fare delle smorfie -che spero passino inosservate- un pò per il freddo che arriva ogni volta che la vicina porta si apre, un pò per i bambini che urlano, corrono e saltano senza che uno dei nonni si degni di riprenderli. E che cavolo, qui c'è gente che vuole deprimersi e piangere in santa pace!

Eh si signori anche le ferrovie austriache non sono infallibili! É stato appena annunciato un possibile ritardo di qualche minuto (l'ho capito solo dallo stop improvviso in mezzo al nulla e dall' "entschuldigung" con cui il capotreno ha chiuso il messaggio).

OOOOO ecco problema telefono risolto...bastava mettersi in roaming! Che sciocca.  

Sono arrivata a casa della gentilissima Barbara, la mia salvatrice! Casa grande ma un vero e proprio cantiere: prese a vista senza maschere, piastrelle rotte in bagno messe su un tavolozzo di legno con sopra dei sacchi neri, i tubi che si vedono sotto la vasca da bagno, per non parlare del disordine e della sporcizia in tutta casa: sotto al mio letto c'erano gattini di polvere tipo dell'anteguerra, fogli e bottiglie di cocacola vuote. Mah. Ma come si  dice, se ci ospitano non possiamo fare gli schizzinosi, anzi se non fosse per lei non avrei un tetto sulla testa!

28 maggio 2013: addio alla settimana di ambientamento! Causa imminente evento che si terrà dal 31 maggio al 2 giugno sono stata convocata alle 15 per il briefing e le presentazioni ufficiali a tutto lo staff. Niente di così formale come immaginavo, un breve tour per gli uffici a conoscere i colleghi e le cucine (punti fondamentali a quanto pare) e giusto qualche stampa e fotocopia per la preparazione delle cartelle stampa da dare ai giornalisti in occasione del resilient cities. Dopo una lunga camminata dalla periferia della città, dove abito, al centro sono andata all'ufficio informazioni turistiche per prendere una piantina. Fatalità ho trovato un ragazzo italiano alla reception, molto gentile e disponibile, mi ha consigliato quando e dove andare a comprare una bici di seconda mano per spostarmi in città visto che i prezzi per gli abbonamenti dei mezzi pubblici sono folli, a dir poco folli, 80 euro al mese. 
Dopo il breve scorcio in centro sono andata sempre a piedi in ufficio. é un pò fuori mano, ma sicuramente più vicino al centro rispetto alla casa di Barbara. Finita la prima giornata lavorativa c'è stato un imprevisto aperitivo con tutto lo staff dell'Iclei, tipo di quelle bicchierate che si vedono nei telefilm, con direttore compreso a chiedere foto di gruppo, strette di mano e presentazioni. Imbarazzante!
Siamo tornate a casa per le 23 e non c'era la forza di pensare a mangiare, quindi a letto senza cena e con un magone enorme per il giorno successivo, primo giorno di lavoro!

29 maggio 2013: sono in ufficio prima delle 10.00 come mi era stato chiesto. Piove e fa freddo ma mi son coperta per bene! Purtroppo no ho potuto camminare e girare la città, sia a causa del mal tempo che delle mia partenza in ritardo da casa ihiihih. Cmq ce l'ho fatta, grazie alle indicazioni di un autista scortese e di una signora al contrario molto gentile, ce l'ho fatta senza troppi problemi. Compiti: preparare il materiale per i media, cartelle stampa, brochure ecc, stilare le domande che dovrò fare agli speakers e alcuni presenti a caso eeeee basta tutto sommato. Un pranzo triste in solitaria al Museo Konig visto che non avevo nulla con me né di pronto né da preparare nelle diverse cucine dell'ufficio: kartoffelnsalat schifosa, piena di panna e cipolla cruda dentro, e una specie di hamburger che però era fritto e non sembrava neanche fatto di carne, mah.
Alle 14.00 rientro in ufficio e continuo a chiudere e etichettare le cartelle stampa in attesa di un coinvolgimento un pò più "pregnante" se così si può dire. Vabbè, magari il primo mese potrò continuare a cincischiarmi per via dell'inglese ma qua occorre mettersi sotot e far vedere cosa sappiamo fare. Ma sappiamo fare? Bella domanda. Se non provo non lo saprò mai.
Rientro a casa attorno alle 19.45 con una busta della spesa davvero povera, giusto la sopravvivenza per la settimana a venire. Sfrutto per qualche ora la connessione di Barbara e ne approfitto per fare qualche chiamata a mia sorella e agli amici. E' incredibile quanto si senta la mancanza di casa quando si è lontani.

30 maggio 3013: oggi la Germania non lavora, è festa nazionale quindi niente ufficio. Non piove, argh, cavolo proprio oggi che non sono in città, pace, ne approfitto per sistemare le mie cose, rispondere ancora a qualche annuncio di camere in affitto e studiare il piano per domani. Ah che agitazione per domani, sarà una bella prova, ma il segreto è prenderla easy, altrimenti qui vado via di testa! Ahahahah. Quindi Resilient Cities: foto, video, interviste e post (per me in francese e italiano, woooow) It will be great, I wish!