Questo sabato ho partecipato alla seconda e ultima lezione del corso di Pappa reale.
Prima delle 7:30 ero in marcia verso Cassacco, con un caldo atroce e sonno ancora peggio.
Arrivo ben in anticipo alla nuova sede dell'azienda Comaro e tempo 10 minuti siamo già in apiario.

Primo giorno in apiario
La volta precedente, dopo qualche nozione base sulle modalità di produzione italiane e non solo, abbiamo provato a fare degli innesti cioè a mettere dentro alcuni cupolini di plastica incastrati in una stecca di legno posizionata su un telaio vuoto delle larve di un giorno o poco più, prese dai telaini di covata della famiglia orfanizzata.

Collega del corso intenta a cercare larve di un giorno 
Martedì scorso il professor Annoscia, insegnante del corso nonché dottore del dipartimento in area scientifico- tecnologica all'Università di Udine, aveva controllato l'accettazione dei nostri tentativi e ci ha confessato essere stata veramente bassa!
Questo sabato però abbiamo al passo successivo: larvicidio e aspirazione pappa reale con un attrezzo dall'aspetto decisamente poco "moderno" (una specie di motore da freezer con il cavo per la corrente ricavato da un ferro da stiro).
In pratica le larve che il prof. ha ri-impiantato lo scorso martedì sono state cresciute e nutrite come fossero future api regine quindi con pappa reale. Una volta che i miei colleghi hanno tolto con delle pinzette le larve dai cupolini e messe a morire in una boccetta di vetro ambrato (io mi sono rifiutata) si è proceduto con la raccolta della pappa reale con l'aspiratore, appunto, o con un cucchiaino/paletta metallica da Barbie (penso che quando avrò le miei apine e produrrò pappa reale userò questo strumento).
Il sapore della pappa era decisamente disgustoso, acido e amaro con una consistenza simile a quella di uno yogurt molto denso. Proprio uno schifo eh?! ma remunerativa (c'è gente che la vende a 500 euro al kg ma si arriva anche a 900) visto che non è facile produrla!