Ebbene signori, sono entrata nel club. Quale? Per ora in quello de "adesso che si fa?" ma spero sia solo una fase transitoria, anche perché, chi mi conosce lo sa, non riesco a stare con le mani in mano.
Giovedì 8 luglio, il giorno più importante della mia vita (per ora) è stato quasi perfetto.
Sveglia presto (sveglia per modo di dire visto che ho dormicchiato una ventina di minuti), pulizie di casa del papi, doccia, due bocconi di farro con le verdure e poi a prepararsi.
Disastro!
Io sono imbranatissima con tutto ciò che riguarda trucco, parrucco, tacchi e via dicendo, ma a detta di molti, sono riuscita a darmi una bella tirata, senza fare troppi danni.
Quanto al trucco ci ho messo un pò.
Due giorni prima spulciavo la rete per trovare consigli sul make up dedicati alle non esperte e pensavo che seguire le istruzioni per fare gli smokey eyes sarebbe stato semplice. Al primo tentativo pareva mi avessero tirato un cazzotto, allora senza troppa delusione ho posato la matita, mi son lavata la faccia (il nero però è rimasto fino al giorno dopo, cazzius) e ho dato giusto una passata di rimmel.
Per l'acconciatura...le comiche.
Ho tagliato i capelli già a febbraio, da lunghissimi fino al fondo schiena a cortissimi, da tirar su col gel.
In questi mesi però son cresciuti molto, riesco anche a fare una mini codina, ma certamente per sistemarli in modo degno ho dovuto sprecarmi mooooolto nella fantasia. Alla fine ho comprato due forcine con delle perline in tinta con l'abito, peccato che per mettermele siano letteralmente saltate per aria. Solita goffa. Panico!
Dopo aver messo sotto sopra il bagno in cerca di qualche molletta simile a quelle appena rotte, mi ricordo di aver la piastra per fare i boccoli. Lampo di genio: e se facessi la piega al ciuffo davanti? Tipo questo? Mi son buttata e, a parte l'essermi bruciata due volte perché ho preso male le misure...è andato tutto bene. Forse ho tenuto i tempi troppo lunghi, più che un boccolo è venuto un ciuffo alla Elvis, ma vi assicuro che l'ho portato con eleganza!
Eeeee finalmente il vestito. Sfacchinata tra i negozi sabato sera, primo giorno di saldi a Trieste, con il papi prevenuto e impaurito che facessi mille prove di mille abiti. Ma sono stata più che brava, tant'è che ho sorpreso me stessa nell'essere così accondiscendente nel seguire i gusti e i consigli del mio accompagnatore.
Dunque abito ok, capelli e trucco anche, mancavano solo le scarpe.
Signore e Signori, sapete che gli unici tacchi che io abbia mai indossato fino a qualche anno fa, sono stati quelli delle scarpe da calcio. Per questa occasione però ho voluto esagerare, ben 10,5cm di spillo. E pensate che per i festeggiamenti li abbia tolti? No signori! Sono rimasta sui trampoli per oltre 10 ore, e tutto senza battere ciglio.
Comunque...tutta acchittata arrivo in facoltà dove trovo già un invitato ad aspettarmi, il prof. Santoli, il vecchio pilastro di estimo e matematica finanziaria che avevo alle superiori. Non mi ha quasi riconosciuta; evidentemente avevo fatto un buon lavoro!
Tempo mezz'oretta arriva il resto degli amici, poco più tardi i parenti (dai più simpatici ai meno sopportabili) e poi il mio turno. L'ultima della sessione. Parlando a posteriori il tempo è volato, ma lì, sotto il sole, con i festeggiamenti delle mie compagne di corso e i riflettori puntati su di me (odio essere al centro dell'attenzione) pareva non passare mai.
Dai fiori e gli scatti per un book fotografico firmato famiglia, al "gelo" dell'Aula mappe antiche, predisposta dalla mia facoltà per la discussione della tesi.
Mi siedo e...cazzo non ho bevuto nulla...ho la lingua che mi si attacca al palato...help!
Introduce il mitico Battisti, per l'occasione presidente di commissione, ancor più autorevole con la toga.
Apro la presentazione power point e via; come il papi aveva consigliato, ho parlato piano così da pensare a quello che dovevo dire dopo, ho tenuto una penna in mano così da evitare di scorticarmi le mani e ho parlato a testa alta così da mantenere il giusto tono di voce.
Non so dire quanto sono stata li a parlare, ma vi garantisco che fino a quando non hanno detto la fatidica frase, le mie gambe non hanno smesso di tremare.
Ebbene dottoressa in comunicazione con 110! Visto che mi presentavo con 101,5 non credevo di poter arrivare al massimo, ma evidentemente la tesi ha fatto colpo!
Foto e regali mi aspettavano al portone, abbracci e auguri da tutti, la festa però riservata ai pochi, i migliori.
Vino a quantità eppure ero a malapena allegra...ah anni ed anni di esercizio ragazzi, questo il segreto per non perdersi il ricordo di un giorno così importante!

Un grazie a tutti coloro che mi hanno aiutata: il papi in primis, il mio relatore e le mie colleghe di corso. Un ringraziamento anche alle vecchie amiche di scuola e alle compagne di squadra, anche se sono una frana nel tenermi in contatto, nei momenti importanti mi ricorderò sempre di voi.
Grazie!