28 febbraio 2013

Anch'io non ci credevo quando il mio fruttivendolo di fiducia me l'ha detto.
Quest'anno, la tariffa d'igiene ambientale calcolata per il suo esercizio commerciale è aumentata vertiginosamente, passando dai 1800 euro degli anni scorsi ai 23000 euro calcolati dal Comune di Gorizia per quest'anno.
Indignata e incredula per la faccenda, ho iniziato a fare qualche ricerca sul web, partendo dal Regolamento per l'applicazione della tariffa del servizio di gestione dei rifiuti urbani approvato dal Comune nel 2005, con successive modifiche del 2010.
In questo documento si precisa all'art. 4 
1. La tariffa deve essere applicata nei confronti di chiunque occupi oppure conduca locali, o aree 
scoperte ad uso privato, non costituenti accessorio o pertinenza dei locali medesimi, a qualsiasi 
uso adibiti, esistenti nelle zone del territorio comunale. 
2. La tariffa è dovuta da quando i locali e le aree sono predisposti all’uso. I locali delle abitazioni si 
considerano predisposti all’utilizzazione se dotati di servizi a rete, mentre i locali e le aree a 
diversa destinazione sono tali se dotati di impianti, attrezzature o servizi a rete e comunque 
quando risulti rilasciata licenza o autorizzazione per l’esercizio di attività nei locali ed aree 
medesimi;
all'art. 7 
1. La superficie soggetta a tariffazione è misurata per i locali al netto dei muri, per le aree sul 
perimetro interno delle stesse, al netto di eventuali costruzioni in esse comprese. 
2. Nel calcolare il totale delle superfici, le frazioni di metro quadrato fino a 0,50 vanno trascurate, 
mentre quelle superiori vanno arrotondate ad un metro quadrato;
all'art. 8;
1. Sono soggetti a tariffazione tutti i vani comunque denominati, ove si producono di regola rifiuti urbani...
e all'art. 11
1. La tariffa, dovuta annualmente dagli utenti, è determinata in modo da ottenere con il gettito 
globale la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio del servizio di gestione dei 
rifiuti urbani, come definiti dall’art. 7, comma 2, del D. Lgs. 22/97 e successive modificazioni e 
integrazioni. 
2. Il costo complessivo del servizio per la gestione dei rifiuti, come disposto dal D.P.R. 158/99, è 
dato dalla somma dei due seguenti aggregati di costo: 
a) costi fissi indicati nella seguente equivalenza ΣTF = Costi Spazzamento e Lavaggio strade e piazze pubbliche + Costi Amministrativi dell'Accertamento, della Riscossione e del Contenzioso + Costi Generali di Gestione + Costi Comuni Diversi + Altri Costi + Costi d'Uso del Capitale; 
b) costi variabili indicati nella seguente equivalenza ΣTV =  Costi di Raccolta e Trasporto + Costi di Trattamento e Smaltimento  + Costi di Raccolta Differenziata per materiale +  Costi di Trattamento e Riciclo
...
4. Il Comune, prima dei termini fissati per l’approvazione del bilancio di previsione, determina 
annualmente, su proposta del Soggetto Gestore, con propria deliberazione le tariffe per le 
singole utenze sia per la quota fissa che per quella variabile. 
5. I coefficienti di riferimento sono determinati annualmente con la deliberazione di approvazione 
della tariffa. 
Questo è il regolamento attualmente in vigore e si può capire che la tassa, come è stata definita  in ben due sentenze della Corte di cassazione, dipende dalla superficie e dal volume di rifiuti prodotti dall'uso della stessa, ma come specifica l'art 11, la tariffa deve coprire i costi di gestione dei rifiuti urbani.
Evidentemente, e qui mi riallaccio al caso in esame, se le superfici sono rimaste invariate, cosa che da cliente abituale posso confermare, e non c'è stato un tale aumentato dei rifiuti prodotti, anzi, ridotti al minimo stando alle affermazioni del commerciante, l'unica variante è quella dei costi dichiarati dal gestore del Servizio.
Presumendo di aver ben compreso il documento e ammettendo l'impennata dei costi di gestione e smaltimento, pulizia e quant'altro, risulta difficile credere a un aumento che giustifichi il +1177% dichiarato.
Grazie alla disponibilità del locatore, il mio fruttivendolo ha potuto ridimensionare il locale e quindi ridurre il canone mensile, ma i fornitori, le utenze, i dipendenti e il Comune devono essere pagati.
Considerando che minor superficie vuol dire meno prodotti esposti, non è vano ipotizzare, nel lungo termine, l'aumento dei prezzi, l'abbassamento della qualità dei prodotti, la perdita di potenziali clienti e forse di una parte di quelli abituali, arrivando, nel peggiore dei casi, a chiudere definitivamente.

Posted on giovedì, febbraio 28, 2013 by Unknown

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15 febbraio 2013

No, non sono in dolce attesa! é solo finito il primo trimestre post laurea, e di un lavoro nemmeno l'ombra.
Attraverso una breve ricerca nella mia casella di posta, ho contato all'incirca 18 lettere di presentazione e curriculum spediti come candidature spontanee ad aziende, associazioni, centri di cultura ed enti pubblici, 22 inviati in risposta ad annunci trovati sui più comuni siti  tipo Subito.it, Trovilavoro.it, Kijiji.it, Bakeka.it, ecc e altri 59 spediti tramite i form predisposti di imprese o siti d'annunci che hanno poi inviato una mail automatica per confermare la ricezione. A questi devo aggiungere le candidature spedite sempre tramite i form di quelle grandi imprese locali e/o nazionali, vedi Illy, Barilla, Danieli, Calligaris ecc, che non inviano la famosa mail automatica, e ancora i cv mandati all'estero rispondendo alle inserzioni di giornali locali o siti d'annunci o simili.
La cosa che più mi infastidisce è che a queste centinaia di mail hanno risposto in pochissimi, 6 e non scherzo, solo 6, dando ovviamente risposte di circostanza, negative o disinteressate, ma comunque solo 6.
Io non penso di potre resistere così a lungo, di cercare cercare, non trovare niente all'altezza delle mie competenze e peggio non trovare assolutamente nulla! Il nulla sul serio. Perché anche quando mi son offerta come stagista a compenso 0, in cerca di un'esperienza puramente formativa, le risposte arrivatemi dicevano: ...La ricontatteremo...

Posted on venerdì, febbraio 15, 2013 by Unknown

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