La sera di martedì 26, dopo la mia consueta lezione di sloveno, sono andata al teatro Miela di Trieste che ospitava la quarta edizione di Taglia Corti, un concorso internazionale di cortometraggi organizzato e realizzato da Radioincorso, la web radio dell'Università di Trieste, fatta da e per gli studenti dell'ateneo.
Già dall'ingresso si capiva che la serata avrebbe avuto un notevole successo in termini di pubblico. Alle ore 20.00 moltissimi erano i giovani già accomodati in sala, ma altrettanti erano i curiosi un pò più attempati in fila alla biglietteria e alla consegna dei divertenti e golosi gadget + programma (potevano abbondare con le caramelline frizzanti all'arancia e al limone eheh).
Offerta libera, imbarazzante ma democratica.
Prima di decidere quanto sborsare ho chiesto a un'organizzatrice dell'evento, mia amica, nonché ex compagna di corso alla triennale, se il ricavato sarebbe stato poi  intascato da chi come lei da anni collabora a titolo completamente gratuito con la radio, pur impiegando tempo e fatica a organizzare eventi come questo. Alla risposta affermativa ho esagerato sfoggiando una banconota da 5 euro, non adeguata visto l'alta qualità dello spettacolo apprezzabile sin dai primi istanti.
Un'apertura che mai avrei immaginato, degna di uno show condotto da professionisti, merito soprattutto dell'ineccepibile presenza scenica di Enrico Matzeu e della sua comica accompagnatrice Marta Zannoner, un pò meno del tecnico delle luci (l'occhio di bue su sfondo multicolor non rende granché, ancora meno se i soggetti illuminati sul palco sono più di uno e in movimento).
Scelte tecniche a parte, la serata è entrata subito nel vivo. Dopo un breve ringraziamento alle autorità presenti in sala in rappresentanza del Comune e della Provincia di Trieste, Matzeu ha introdotto il primo corto in gara, "Contagocce" - Vetrozero di Matteo Scotton, appartenente alla categoria videoclip musicali.
Nulla di eccezionale devo essere onesta, monotono alla visione e per nulla originale, mi ha ricordato i video dei Verdena, gruppo che da giovane apprezzavo molto.
Decisamente in crescendo è andato il livello dei corti successivi: con "Alioù" Nicolas Sorcinelli ha intrecciato due storie completamente diverse, quella di un immigrato che racconta in un tema scolastico il suo arrivo in Italia e la vicenda della sua insegnante di italiano, donna single, incinta, esasperata dal peso di un altro corpo ingombrante e dalla responsabilità per un'altra vita. A smorzare i toni c'ha pensato Raffaele Carro con il divertente "No signal", riproponendo la storia di due vicini che condividono la stessa antenna televisiva. La disputa sulla direzione della parabola si è conclusa in una zuffa placata definitivamente a sera tarda, quando i due hanno abbandonato l'ascia di guerra per condividere la visione di una partita della nazionale di calcio italiana. Finale sprecato, privo di ogni attrattiva.
Ancor meno apprezzabile la proposta di Fausto di Quarto che con il videoclip musicale "Punto di vista" si è limitato a montare scene di film, clip, pubblicità e altro materiale video che avesse per soggetto il boom economico e la società degli anni '50.
"Il rumore agli alti ISO" di Diego Monfredini ha riportato lo spettacolo sul giusto binario. Sebbene l'esordiente sia riuscito a riproporre in soli 4 minuti un'accattivante love story, a mio parere non meritava il primo premio per la sua categoria.
"Le parole della gente"- FilmDaFuga di Federico Vannone è stato il primo videoclip musicale a destare un pò di curiosità. Accostamenti inconsueti e scelte fotografiche alla Antonioni hanno contribuito non poco, forse avrei apprezzato un pò più coerenza ritmica nelle scene, ma se l'intento era quello di scuotere lo spettatore tra momenti di frenesia e altri di quiete, allora nulla da ridire!
"Pensieri rotti" - Primochef del Cosmo, videoclip musicale di Sara Arango Ochoa, non ha sorpeso né nel bene né nel male, perlomeno ha tolto dal palco l'arrogante e altezzoso ospite della serata, Carlo Pastore, che ha esordito con un'infelice frecciatina da cabarettista ebreo: "Il fatto che sia il vostro ospite è una prova della crisi economia. Avete preso me perché costo poco!"
Tornando al concorso, è con il corto "Ngutu" del professionista spagnolo Franc Planas che la sala è esplosa in un'appluaso estasiato. Grazie alla comicità del protagonista, un venditore ambulante di quotidiani, il regista è riuscito a sdrammatizzare un tema importante, rappresentativo della società del nostro tempo, la ritrosia al contatto diretto tra esseri umani. Incapace di vendere approcciando direttamente con i passanti, Ngutu decide di darsi la forma di un distributore automatico così da esimere i passanti dal guardarlo e dal farsi guardare.
"Amore di mamma" di Sara Spinelli ha ironicamente interpretato l'impossibilità delle giovani coppie a mettere su famiglia, proponendone un nuovo modello: mamma, papà e un figlio in cartongesso; zero spese e tutta la felicità dell'essere genitori.
Con questo video si è conclusa la mia partecipazione al concorso, terminato secondo fonti certe a notte inoltrata.
Peccato, davvero un peccato aver perso anche le precedenti edizioni, ma spero, anzi, sono sicura di potermi rifare assistendo alla Summer edition in programma e a breve in preparazione.