9 marzo 2011

Secoli, anni, mesi passati a disquisire sulla condizione della donna e della sua strumentalizzazione, dell'ossessione per il suo possesso, per il suo essere oggetto e per le sue rivendicazioni, campagne di sensibilizzazione e denuncia. Temi contemporanei riproposti da singole, come la Zanardo con il video Il corpo delle donne, poi da gruppi, quelli riuniti in piazza che il 13 febbraio urlavano "se non ora quando".
Riavere la dignità è il fulcro; a Trieste il cartello di una delle tante donne in piazza Unità diceva "non siamo tazze di caffèllatte dove bagnare il biscotto" (in dialetto è molto più volgare) il che la dice lunga sull'attuale definizione di donna.
La compromissione della stima del gentil sesso non è un crimine esclusivamente maschile, grande responsabilità va imputata a quelle figurine ipertrofiche che se oggi siedono in Parlamento è perché ieri si son sedute sulle ginocchia del Presidente del Consiglio e non solo, e i media sono complici. Si sa, campano di news, disastri e scoop: fa notizia l'evento, fa notizia l'amplificazione della notizia, fa notizia la critica di tale strumentalizzazione, se le notizie non esistono sono comunque notizie, se vengono inventate è lo stesso e...i media cascano sempre in piedi. Eppure è proprio contro questa sorta di immortalità, contro la falsità del sistema mediatico, che è stato recentemente realizzato il video Il corpo delle donne 2.
Per quanto mi riguarda credo che per riavere qualcosa bisogna averla prima posseduta, e in più trovo il tema di questi giorni un semplice escamotage atto a riempire palinsesti e bocche di presentatori ormai ammuffiti (vedi Sposini e Mara Venier in La Vita in Diretta), ma ciò che più mi lascia perplessa è l'impegno.
Non so se credere sul serio all'impegno che tutte le persone dimostrano; è sincero?
Mi fa specie perché c'è una costante contraddizione: qualche donna va in piazza con un fiocco rosa, altre con uno rosso e altre ancora con qualche mimosa in testa, altrettante donne, invece, rimangono griffate nei Consigli che le hanno ammesse e dicono: "Donne sfruttate la vostra bellezza". Affermazione condivisibile se detta in un contesto diverso da quello in cui l'Italia si trova.
Un invito del genere rivolto da una persona del genere, Nicole Minetti, adesso e nel nostro paese, non viene interpretato come invece dovrebbe. Semplificato al massimo suonerebbe come: donne, per i vostri obiettivi tutto è lecito, anche prostituirvi; letto come l'Italia di oggi impone di leggerlo, invece risulta: anche le donne possono realizzare i propri sogni, e se madre natura le ha fatte belle perché non farne un vantaggio?
Nulla per cui scandalizzarsi, cosa che da noi non è più di moda, eppure dovrebbe far riflettere: Consigliere regionale della Lombardia, igienista dentale del Presidente del Consiglio, implicata nello scandalo Ruby.
Il punto è sempre quello, chi vuole capire capisce, gli altri...
E' quasi commuovente che anche Napolitano, con tutti i grattacapi che ha per la testa, pronunci un discorso  sulla depravante condizione, riduttiva e mercificata che c'è della donna, nell'Italia arretrata e consumata.
Altri buoni propositi che rimangono tali. E non è così per dire. Un esempio che posso fornire è quello della piccola realtà universitaria veronese in cui diverse voci di corridoio riportano che un docente, F.M. dotato di particolari vocazioni, in sede d'esame si sia permesso di dire a una studentessa: "Per essere una donna è abbastanza intelligente".
Per mia sfortuna ho avuto a che fare con il soggetto, in un brevissimo colloquio in cui non si è rivolto a me nei medesimi termini, diciamo che si è permesso certe allusioni quanto i miei successi universitari: "Evidentemente i suoi esami sono troppo facili".
Ed è un discorso del Presidente della Repubblica che dovrebbe fare la differenza in una nazione che ha docenti, ma prima di tutto uomini, che pensano queste cose? Me par una ciolta per cul, una delle tante.

Posted on mercoledì, marzo 09, 2011 by Unknown

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8 marzo 2011

I mesi di febbraio, marzo e aprile sono sempre stati il mio tallone d'Achille. Dopo aver pompato al massimo nei mesi precedenti la stanchezza comincia a fari sentire. Ricordo che alle superiori erano i mesi dei picconi, le provette non andavano bene come al solito, l'umore ne risentiva e idem il fisico.
Diciamo che all'Università la cosa è un pò differente, non dovendo studiare per prove costanti, eppure, a causa di questa debilitazione, non riesco a portarmi avanti con il lavoro.
Sonnolenza, emicrania frequente, disordini gastrointestinali che si aggiungono ai soliti dolori d'ulcera e pochissima voglia di fare. In pratica mi trovo nel mio periodo down che coincide con l'inizio del secondo semestre.
Qui a Verona le lezioni sono concentrate nei soli giorni di giovedì e venerdì in un orario a dir poco massacrante: il giovedì si inizia alle 11:50 con Diritto dell'informazione, tenuto dalla prof. Ligugnana. La materia non è certo delle più stimolanti ma visto che mi ha sempre interessatala seguo abbastanza volentieri; non ho inserito la prof nella lista nera, ma le ho tolto 100 punti già dal primo giorno, quando ha detto: "Durante la lezione non si mangia, come resisto io fino alle 13:30 dovete farlo anche voi". Tralasciando l'infantilismo della frase la faccenda è preoccupante, come la mettiamo con i miei gorgoglii? Un biscottino si potrà pur sgranocchiare? Tocca aspettare la pausa pranzo, dalle 13:30 alle 14:00, la mezz'oretta in cui devo concentrare pit stop bagno, panino, mela, rifornimento acqua e magari qualche passo per sgranchire le gambe. Dalle 14 alle 19 giù tutto: prima Corte, giornalista professionista, pagina esteri dell'Arena, prof. di Giornalismo interculturale politico e sociale (qua lo stimolo c'è e il tempo vola abbastanza velocemente) e poi Silvino Salgaro con Geografia economico-politica. Non lasciandosi ingannare dalla dolcezza del nome ma neanche dalla marcata severità del volto, il docente è parso sin dalla prima lezione disponibile e affidabile, il che è un bel vantaggio considerando la difficile materia, in pratica la geografia economico politica di Battisti dell'Università di Trieste unita alla geografia della globalizzazione, una mazzata!
Il venerdì è ancora peggio, possibile? direte. Ebbene sì: 8:30 Diritto dell'informazione, 9:20 letteratura e giornalismo (corso tenuto da Caliaro docente anche all'Università di Udine), 11:50 Corte, dalle 13:30 alle 14:00 pausa pranzo, 14 ri-Diritto dell'informazione, 14:50 fotogiornalismo con la dolce seppur pretenziosa, così dicono, Paola Palma (il corso si intitola Comunicazione per immagini: cinema e fotogiornalismo ma in realtà è molto più improntato su quest'ultimo), 17:20 Geografia economico-politica. E se alle 19 finisco le lezioni, poi ho la cara Aurora che mi attende a casa quindi, quanto alla fine della giornata, è tutto da vedersi.
Se solo non fossi fisicamente esausta e moralmente affranta potrei sfruttare almeno mezzo sabato, lunedì, martedì e mercoledì per mettermi sotto, ma proprio nun glià fo!


Posted on martedì, marzo 08, 2011 by Unknown

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