Finalmente ho ritagliato un pò di tempo per raccontarvi del mio trasferimento in quel di Verona.
Come volevasi dimostrare l'inefficiente organizzazione delle segreterie universitarie non è pecca solo triestina, e a tre giorni dall'inizio dei corsi mi son trovata a cercare casa.
Il 4 ottobre era stato scelto come giorno d'inizio attività dell'ateneo ma nessuna comunicazione era giunta agli studenti quanto agli orari delle lezioni, quindi non si sapeva se effettivamente i corsi sarebbero cominciati.
Il venerdì prima tento comunque di trovarmi un tetto sulla testa per l'eventualità e fortuna delle fortune ho trovato un'ottima sistemazione dal punto di vista economico: sto praticamente a scrocco da una signora anziana le cui figlie apprensive non vogliono saperla tutta sola nel caso dovesse avere un malanno.
Datemi le chiavi in mano, domenica 3 ottobre sono entrata in casa, tra piagnistei per il pensiero di rivedere il moroso a distanza di settimane e per la completa solitudine.
Poco tempo per lagnarmi però, perché il dì seguente mi aspettava il primo giorno di Università e pensate un pò: prima lezione cancellata e spostata a data da definirsi. Aaaaah mi sentivo a casa!
Così ho vagato per la città veneta i seguenti martedì e mercoledì, scoprendo un'architettura suggestiva, qualche scorcio pittoresco ma soprattutto la stronzaggine dei veronesi. E' brutto abbandonarsi ai cliché ma in questo caso è inevitabile: veneziani gran signori, padovani gran dottori, vicentini magna gatti, veronesi tutti matti.
I ragazzi sono per lo più fighetti che ti guardano dalla testa ai piedi con la puzza sotto il naso, i vecchietti più rompicoglioni del solito ma a lor discolpa meno diffidenti e quelli di mezza età...non saprei come definirli.
Per darvi un'idea: venerdì mi serviva un autobus ma non sapevo che linea prendere non conoscendo praticamente nulla del posto. Sono andata in un tabacchino a comprare un biglietto del bus pensando che l'omino mi avrebbe aiutata. Alla domanda "Sa dirmi che autobus mi porta a Porta Vescovo e dove lo posso prendere?" risposta "11,12,13 alla Gran Guardia".
Chiedo cosa fosse la Gran Guardia e in tutta risposta vengo scrutata come un'aliena. Cerco di far capire a quella faccia da culo del tabaccaio che non sono di Verona quindi non ho idea di cosa intenda e mi risponde "Ma va avanti dritto e te lo trovi davanti". Grazzzzieeeee
Seguo "le indicazioni" e prima di attraversare un signore mi tocca il braccio. Era un immigrato extracomunitario di origine africana che mi ha detto: "Scusi signorina, ero dietro di lei in tabacchino e ho sentito che chiedeva cosa fosse la Gran Guardia. E' quel palazzo lì, oltre le strisce pedonali". Mi era stato dietro per tutta la strada solo per accertarsi che raggiungessi il palazzo. Prima che andasse via ho cercato di fargli un sorriso il più possibile riconoscente, e va a fanculo i leghisti!
Arriva il vero primo giorno di lezione e con lui la batosta: pare sia consuetudine all'Università di Verona concentrare le lezioni della laurea magistrale in pochi giorni, nel mio caso due, giovedì e venerdì, con orari allucinanti: lezione no stop dalle 8:30 alle 13:30, mezz'ora per pranzare, e poi dalle 14:00 alle 19:00. Ogni lezione dura 1h e 40minuti, alcuni corsi a scelta si sovrappongono tra loro quindi non avendo il dono dell'ubiquità tocca saltarne uno, la mensa è sempre affollata e non si riescono a prendere appunti visto che tutti i prof parlano in modalità speedy gonzales.
Fossero almeno facili sti corsi; ognuno ha almeno 4 libri da preparare, senza contare progetti individuali, e alcuni sono divisi in moduli.
Sarà sicuro una sfacchinata sta magistrale ma va detto che i docenti hanno curriculum non indifferenti, stimolano il più possibile il confronto e cosa più importante...sembra siano antiberlusconiani!